Mobilitazione psicologica

Adolfo Mignemi, nel capitolo “Libro e moschetto” del suo fondamentale Immagine coordinata per un impero. Etiopia 1935-1936 (gruppo editoriale Forma,1983), dedica alcune pagine al ruolo che ebbe il corpo insegnante nella propaganda imperialista.
Non sto a sintetizzare quelle pagine, ma le riporto qui scansionate, invitandovi a leggerle non solo per meditare sull’attualità di alcuni passaggi – la Giornata del Risparmio, istituita dal regime di Mussolini, ha ben poco da invidiare agli ‘inviti’ governativi a ridurre i consumi che si moltiplicano in questi giorni, tanto per fare un esempio… – ma soprattutto per riflettere sulla persistenza dei dispositivi della mobilitazione psicologica in ambito culturale ed educativo.

Tale mobilitazione psicologica, per altro, non è che una delle lame di coltello insanguinate del post precedente.

Lo abbiamo visto in questi anni di pandelirio – su cui sarei anche stufa di soffermarmi: ormai chi ha voluto capire ha capito e a chi non ha voluto capire rimane solo Speranza – e non la speranza!

Lo rivediamo in questa guerra per procura della Nato.

Ricorderete bene, immagino, l’affaire Dostoevskij sollevato dall’università di Milano-Bicocca nel marzo scorso. Ma siccome non c’è limite al peggio, è di oggi questa notizia, riportata da Laura Ru con tanto di foto nel suo canale Telegram:

GERMANIA – Uno strano annuncio è apparso in una biblioteca pubblica di Dresda. Si incoraggiano i lettori a consegnare libri di autori russi da utilizzare per riscaldare l’edificio durante la stagione fredda.
«Affrontare l’aggressione russa è un impegno collettivo. La letteratura russa non ha posto nella tua libreria. A causa della prevista riduzione del riscaldamento in autunno e in inverno, ti chiediamo di donare libri di autori russi da utilizzare per il riscaldamento della biblioteca. In questo modo, sarai in grado di leggere buoni libri anche se Putin interrompe la fornitura del gas».
L’annuncio lo ha firmato il capo della biblioteca-Katrin Stump, il cui profilo su Twitter https://twitter.com/katrin_stump e’ accompagnato dalle bandierine di UE e Ucraina, il che significa che la direttrice della biblioteca principale della Sassonia è schierata politicamente in modo esplicito.
Qualcuno dovrebbe ricordarle che erano i nazisti a bruciare i libri in Germania. @LauraRuHK

Ora capite da quali profonde cloache traggano ispirazione costoro, ai/alle quali non vale nemmeno la pena di domandare che c’entrino con Putin i capolavori della letteratura mondiale.
E mi chiedo quante e quali altre ancor più profonde cloache siano disposti/e a dragare per continuare a supportare questa immonda mobilitazione psicologica.

Aggiornamento del 5 settembre: pare che la direttora della biblioteca di Dresda abbia smentito la notizia. Buon per lei, ma nulla toglie al senso complessivo di questo mio post.

Esempio di piccola ma importante resistenza di una piccola ma resistente biblioteca