Un contributo per smantellare la narrazione tossica sugli italiani “brava gente”

Per diventare “narrazione tossica”, una storia deve essere raccontata sempre dallo stesso punto di vista, nello stesso modo e con le stesse parole, omettendo sempre gli stessi dettagli, rimuovendo gli stessi elementi di contesto e complessità.
È sempre narrazione tossica la storia che gli oppressori raccontano agli oppressi per giusticare l’oppressione, che gli sfruttatori raccontano agli sfruttati per giustificare lo sfruttamento, che i ricchi raccontano ai poveri per giustificare la ricchezza.
Una narrazione tossica non si limita a giustificare l’esistente, ma è anche diversiva, cioè sposta l’attenzione su un presunto pericolo incarnato dal “nemico pubblico” di turno.
E il nemico pubblico di turno, guardacaso, è sempre un oppresso, uno sfruttato, un discriminato, un povero.
Stringi stringi, la fabula della narrazione tossica è la guerra tra poveri. (Wu Ming)

Questa definizione si addice perfettamente anche alle rimozioni ed omissioni sulla storia del razzismo e del suprematismo italiani, strettamente intrecciata alla storia di questo Paese dalla sua unificazione nel 1861. Una storia con cui è sempre più urgente fare i conti per poter smantellare la casa del padrone senza usare gli strumenti del padrone, come disse e scrisse Audre Lorde.

Per questo ho ritenuto necessario ripubblicare il mio lavoro di ricerca Difendere la “razza”, da tempo introvabile. Ringrazio la cooperativa editoriale Sensibili alle foglie che ha accolto con entusiasmo la mia proposta.

Il libro è ora di nuovo disponibile e lo si può richiedere qui.
Per eventuali presentazioni, potete contattarmi all’indirizzo email info@nicolettapoidimani.it

 

Catto-talebani? ¡No pasarán!

Curiosa coincidenza: stamattina ho ricevuto il programma di un convegno che si terrà in settembre a Verona – Per una storia dellʼomosessualità, della bisessualità e delle trasgressioni di genere in Italia – e al quale interverrò anch’io; poco dopo leggo su un quotidiano online che, scimmiottando malamente le scuole familiari di stampo libertario, i catto-talebani nostrani “fondano classi antigender negli oratori”.

Questi novelli crociati ancora non hanno capito che quella che chiamano “ideologia del gender” non esiste, se non come loro peggiore fantasma e/o proiezione.

E se, da una lato, mi spiace molto per quei poveri bambini e bambine che verranno sottoposti/e a tale indottrinamento, d’altro lato non posso non pensare a quante femministe (in particolare tra le ultra 55enni) ho incontrato, nel movimento delle donne, che, pur avendo studiato dalle suore, o son rimaste impermeabili a quegli indottrinamenti o si sono ben presto ribellate, incarnando, così, il gioioso fallimento dell’azione disciplinare sulle loro vite.

D’altra parte, come scriveva Audre Lorde, “Una volta che cominciamo a sentire profondamente tutti gli aspetti delle nostre vite, cominciamo ad esigere di sentirci, e che le occupazioni delle nostre vite ci facciano sentire, in sintonia con quella gioia di cui sappiamo essere capaci”.
Alla faccia di tutti gli inquisitori! 🙂

Immagine 1

Postvittimismo ed esperienza trans

Quarantacinque anni fa Sylvia Rivera e tante/i altre/i reagirono con determinazione all’oppressione poliziesca, sociale e di genere dando vita alla rivolta di Stonewall, che rappresentò un momento di rottura radicale anche nei confronti dei dispositivi vittimizzanti.

Come scrivevamo nel 2007 io e Paolo Pedote, nella Premessa di We Will Survive!:

Sono passati quasi quarant’anni dalla rivolta esplosa nella notte
tra il 27 e il 28 giugno 1969 a New York quando trans, lesbiche
e gay si ribellarono all’ennesima irruzione della polizia all’interno
dello Stonewall Inn. Era allora in vigore negli USA una legge che
obbligava ad indossare almeno tre indumenti «consoni» al sesso
anagrafico. Azioni repressive come quella guidata dall’ispettore
Seymour Pine erano all’ordine del giorno: i poliziotti arrivavano
all’improvviso nei locali noti come punti d’incontro «omosessuali»,
le luci si accendevano, le persone presenti venivano separate in
gruppi a seconda del sesso anagrafico e portate al commissariato –
dove venivano poi rinchiuse e picchiate e dove spesso lesbiche e
trans venivano anche stuprate.
Stonewall segna un punto di non ritorno: quella volta la polizia
non ebbe la meglio e la rivolta proseguì nei giorni successivi, crescendo
d’intensità e coinvolgendo altri settori di movimento. […]

Continue reading

Come uno zoccolo negli ingranaggi del patriarcato

[…] Il capitalismo assume le differenze fisiche e psicologiche che nel medioevo contrassegnavano l’uomo e la donna, e le approfondisce in corrispondenza al differenziarsi delle funzioni economiche e sociali a cui vengono destinati. […] la separazione tra produzione e riproduzione permette al capitale sia di riprodurre la forza lavoro solo in quanto direttamente produttiva sia di introdurre profonde divisioni all’interno del proletariato che garantiscono un maggior controllo su di esso.
La differenziazione tra personalità maschile e femminile, o potremo dire l’accumulazione delle differenze tra i sessi, è uno dei terreni su cui più apertamente si esplica l’iniziativa capitalistica nella sua prima fase storica. Che cosa si intende per differenziazione tra personalità femminile e maschile? Si tratta di una selezione all’interno delle capèacità lavorative per cui si separano quelle idonee al lavoro di produzione da quelle idonee alla riproduzione e si condensano le prime negli uomini e le seconde nelle donne. Nell’uomo si reprime ciò che sarà destinato ad essere esclusivamente femminile, nelle donne ciò che sarà esclusivamente maschile, mentre in entrambi si sviluppano le doti che più gli competono. Mai, dunque, come nella società capitalistica, l’uomo è stato tanto maschio e la donna tanto femminaContinue reading

Audre Lorde, finalmente!

Molto volentieri segnalo questa iniziativa e invito tutte a sostenerla.

A sostegno del progetto per la pubblicazione autofinanziata in italiano degli scritti di Audre Lorde
Siamo liete di annunciarvi e di sostenere questa ottima iniziativa di Margherita Giacobino, Marta Gianello Guida e della casa editrice Il Dito e La Luna
Sorella Outsider – Audre Lorde
Sostieni anche tu il progetto per la pubblicazione autofinanziata prenotando già le copie dei testi politici di Audre Lorde finalmente tradotti in italiano – trad. Margherita Giacobino e Marta Gianello Guida – ed. Il Dito e La Luna – data di pubblicazione: maggio 2014. Il volume uscirà in maggio e avrà prezzo di copertina di 20,00 euro; puoi contribuire anche tu alle spese di traduzionee stampa acquistando subito una o più copie a prezzo unitario scontato di 11,00 euro, con versamento su ccp 33757204 intestato a Il Dito e la Luna o mezzo PayPal, scrivendo a dluna@iol.it

audre