Io sono una “terrorista”…

Mentre sui media mainstream del ricco Nord del mondo appaiono immagini di donne kurde combattenti che aiutano le/i profughi yazidi, il PKK continua ad essere considerato un’organizzazione terroristica.

Che operazione si cela dietro questo doppio gioco? Per offrire un paio di coordinate che aiutino a rispondere a questa domanda, lascio la parola direttamente alle compagne kurde.

Ieri

Io sono una “terrorista”. Così cominciava l’intervento che Hevi Dilara, militante kurda del PKK, fece a Roma l’8 novembre 2001, ad un mese dall’inizio della guerra in Afghanistan.

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Benvenuta Meriam? (Alcune note su Imperial Ladies&Gentlemen)

È superfluo dire che sono assai contenta che Meriam – donna sudanese condannata a morte – sia viva e vegeta. Ma non è di lei che voglio parlare, data la sovrabbondanza di articoli che i quotidiani odierni dedicano al suo arrivo in Italia.

Ciò che mi interessa analizzare è, invece, come la vicenda di Meriam sia utilizzata – da parte di Imperial Ladies&Gentlemen – come dispositivo funzionale all’ennesima celebrazione della cristianità e dell’Occidente neoliberista quali fari di civiltà e salvezza…
Celebrazione che permette la simultanea rimozione di tutte le donne, gli uomini e i/le bambini/e quotidianamente assassinati – perché di omicidi si tratta, non di ‘morti’, come ha ben messo in luce Baruda – dal salvifico e blindato Occidente, neoliberista e filo-sionista, tanto nel Mediterraneo quanto nella striscia di Gaza e in infiniti altri luoghi del mondo che sarebbe lunghissimo stare ora ad elencare tra guerre, sfruttamento, gas flaring, zone impoverite e trasformate nelle pattumiere tossiche del pianeta ecc ecc.

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