Donne di Shengal, un anno dopo

Ricorre oggi il primo anniversario del genocidio di donne e uomini yezidi a Shengal (Sinjar), nel Kurdistan irakeno, per mano degli stupratori e massacratori di ISIS.

Fu solo grazie all’intervento dell’HPG (alias, il PKK) e delle guerrigliere delle YJA Star che venne aperto un corridoio di sicurezza per permettere alla popolazione yezida – scampata al massacro e ai rapimenti – di mettersi in salvo.

Nel video della cantante kurda Tara Mamedova, rivediamo quella tragedia impressa nei volti delle donne in fuga da Shengar.

Durante l’anno trascorso da allora, sempre più donne yezide sono entrate a far parte della guerriglia, in Unità di (auto)difesa esclusivamente di donne: le YPJ-Shengal.

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“Trasformare la tragedia in lotta”

Riporto alcune importanti riflessioni di Nazanín Armanian – giornalista iraniana, rifugiata a Barcellona – sugli stupri di guerra.

Ne approfitto per segnalare, dal punto di vista postvittimista, come alcune donne yazidi stiano “trasformando la tragedia in lotta”, unendosi alle guerrigliere kurde, talvolta sollecitate anche dalle madri.
Ne potete leggere le testimonianze qui e qui. Approfondimento sulle donne di Rojava che hanno rotto le loro catene  (I parte, II parte).

Marines, Jahadisti  e stupri di guerra
di Nazanín Armanian

Il dispiego militare Usa in Medio Oriente ha aumentato la richiesta di schiave sessuali e il commercio di donne nella regione. Mentre l’Isis inaugura la guerra santa del sesso.
 
Le donne irachene, siano esse musulmane, cristiane, ebree o atee, non avevamo mai sentito il termine Yihad Al-Nikah, “Guerra Santa del sesso”. È  l’ “appello” dello Stato islamico dell’Iraq e de Levante (Isis) alle donne non sposate delle città conquiste ad offrirsi “volontariamente” ai ribelli per trasformarsi in schiave sessuali attraverso matrimoni a tempo determinato in cambio di generi di prima necessità. Un eufemismo per non dire prostituzione, proibita dall’Islam.

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In poche parole…

Da Baruda, una mappa che rende efficacemente l’idea, per chi non l’avesse ancora chiara.

10556331_10152177980925952_7223361937930053358_nInvito a leggere qui l’intero post.

Alle prefiche della nonviolenza, che non proferiscono parola di fronte al genocidio delle/dei palestinesi, consiglio questa lettura sull’incitazione sionista allo stupro delle donne di Gaza.

Per le giovani donne che si offrono come premio ai militari israeliani, invece, non c’è né ci sarà mai posto in questo sito!