Ecco a voi i destinatari delle armi occidentali!

In tempi non sospetti – era il lontano 2016 – quando tutti/e se ne fregavano altamente della pulizia etnica in atto nei territori della cosiddetta ‘Ucraina orientale’, Oliver Stone(*) ha ricostruito la storia dei nazisti e dei neonazisti ucraini. Vi invito caldamente a prendere visione del suo documentario Ukraine On Fire, perché è bene essere consapevoli che tra un po’ avremo a che fare con costoro e con i loro sodali da tutta Europa, armati fino ai denti dai governi occidentali.
E vedremo se, a quel punto, i negazionisti nostrani che oggi li comparano ai partigiani si decideranno a dissotterrare gli – ormai arrugginiti – sten.
Per altro, pare che anche Israele si stia facendo un paio di domande al riguardo…

Dopo aver guardato questo documentario, vi consiglio anche la visione della terza parte dell’intervista a J. Tritto (qui avevo pubblicato le precedenti due parti), per aver chiara la direzione verso cui ci stanno portando a grandi passi i nessi tra scienza, guerra e dominio del capitale.

In ultimo, per farvi riprendere respiro e voglia di lottare, vi invito a leggere un post degli studenti udinesi contro il green pass.
A me ha scaldato il cuore verificare che ci sono ancora giovani menti critiche e pensanti, malgrado il lavaggio del cervello propinato nei decenni recenti in tutte le scuole di ogni ordine e grado!

(*) Dissuado pacifinti e femmifinte dal mandarmi commenti sulle recentissime dichiarazioni di O. Stone, perché questo non è un post su di lui ma sullo stato di cose esistenti.

NON PASS – Streghizzazione

China di Salvatore Carbone per La traversata delle streghe

Da oltre cinque secoli la streghizzazione è un efficace strumento di governamentalità.

Luciano Parinetto, di cui il prossimo dicembre ricorrerà il ventennale della morte, è stato uno dei più importanti studiosi della caccia alle streghe a livello internazionale.
Il suo campo di ricerca non ha riguardato soltanto la caccia alle streghe intesa come «ouverture del mondo moderno» (1). Scriveva, infatti: «La caccia alla stregoneria del diverso è ancor oggi imperante (anche perché è più che mai imperante la stregoneria del capitale, la più organizzata delle prassi e delle ideologie!); anzi, forse più proterva e pericolosa che nel passato. È per questo che interessa la stregoneria: oggi e qui!» (2).

Sull’attualità delle streghe parinettiane ho scritto un saggio una decina di anni fa, ma torno a scrivere oggi perché stiamo assistendo ad una nuova streghizzazione: quella nei confronti di chi non intende delegare le scelte sulla propria salute a quello stesso Stato che ci costringere a vivere tra devastazioni capitaliste, nocività e produzioni di morte.

I toni di certe affermazioni recenti, anche da parte di alcuni operatori sanitari, nulla hanno da invidiare ai toni del Malleus Maleficarum, inclusa la torturauna infermiera di un ospedale toscano ha infatti minacciato: Tra poco ce li troveremo in reparto e qualche sassolino dalla scarpa me lo devo togliere. Sai bucare una decina di volte la solita vena facendo finta di non prenderla? Ecco… E poi mi verrà in mente altro.

E che dire di questa cardiologa?

O di questo altro personaggio?

Non sono che alcuni esempi presi dalla fogna di insulti quotidiani, alimentati dal mainstream, che si moltiplicano sui social.

Questo è l’effetto della streghizzazione avvenuta attraverso l’invenzione di una ‘serie’ – quella dei/delle ‘no vax’ – intesa in senso sartriano; una categoria che funziona esattamente come funzionavano i cliché dell’inquisizione, cruentemente efficaci nel perseguire una «strategia della normalità (in tutti i sensi, da quello economico e politico a quello religioso e non escluso quello sessuale) contro il diverso destabilizzante e inaccalappiabile in qualsiasi serie» (1).

L’inesistente quanto ridicola categoria ‘no vax’ risponde a questo stesso bisogno riduzionista del potere verso la complessità sociale, per meglio controllarla.

Come scriveva Parinetto, «Quello della stregoneria è un compositum di complessità e ricchezza di motivi pressoché inesauribile, che, riguardando, tra le altre cose, il corpo, il desiderio e le varie forme in cui, nelle diverse culture, sono stati repressi/rimossi, resta al centro anche della domanda di oggi sull’uomo, la sua felicità, il suo destino» (1).

Una domanda che, in sostanza, riguarda l’autodeterminazione di tutti gli esseri umani.

Riferimenti bibliografici:
(1) L. Parinetto, Solilunio, Pellicani 1991
(2) L. Parinetto, La traversata delle streghe nei nomi e nei luoghi, Colibrì 1997

China di Salvatore Carbone per Solilunio

Dietro le quinte, la guerra…

Scena 1. Sabato 10 luglio 1976, dall’Icmesa fuoriesce una nube tossica. Ma che si produce in quella ‘fabbrica dei profumi’? Semplice: triclorofenolo di diossina (TCDD) per armi chimiche.

Scena 2. Hanno colpevolizzato i pipistrelli e i cinesi ‘mangiapipistrelli’. Ma da dove arrivi il covid-19 ormai dovrebbero saperlo anche i pangolini: dai laboratori in cui si fa ricerca sulle armi biologiche.


Scena 3. Tutti ben ordinati, igienizzati e distanziati, in fila pronti per il vaccino. Quale? Fa lo stesso, anzi più ne mixi e meglio è. Questa è la scienza, baby! Tutto il resto è stregoneria, flatus vocis di ciarlatani…

Coro. La guerra, la guerra, la guerra. È o non è la “sola igiene del mondo”? Dobbiamo o non dobbiamo igienizzarci?!?

No, non sono impazzita né complottista. Molto più semplicemente, malgrado nell’ultimo anno (ma, direi da almeno 2-3 decenni) abbiano fatto di tutto per spegnerci ogni capacità critica, sono ancora in grado di ragionare e di mettere insieme i tasselli, ricordando le parole di G. A. Maccacaro: Siamo cavie umane del profitto altrui.

Ci vediamo a Seveso il 10 luglio, ma non per un’allegra scampagnata nel Bosco delle querce, dove si cammina calpestando la memoria…

Lo stato è lo stato, il business è il business, il capitale è il capitale… E le donne?

Non sorprende che il noiosissimo tormentone sulle statue coperte per non “turbare” Rohani non abbia sfiorato il fatto che  l’Italia sia uno dei paesi che più utilizza, a fini commerciali, il corpo delle donne  – intero o a pezzi, a seconda dei gusti. (Mi chiedo, per altro, se gli abbiano messo il paraocchi perché non vedesse anche i cartelloni pubblicitari, le televisioni, ecc. ecc.).

Ma business is business (leggasi: il capitale è il capitale) e se usare i corpi femminili serve a vendere di più, d’altra parte per intascare fior di miliardi si può anche “censurare” una povera Venere.

Non si tratta di dispositivi differenti, anzi! Diciamo che l'”oggetto” donna viene svestito o impacchettato a seconda dei gusti del “cliente” e degli interessi del “venditore”. Così funziona lo stato patriarcale&capitalista. Non ci piove.

Questo stesso stato che si preoccupa di non turbare, con un paio di antiche tette marmoree, chi detiene il record delle impiccagioni, è anche quello che, dopo aver riempito gli ospedali di obiettori, ora pretende pure che le donne costrette ad abortire clandestinamente lo ingrassino con multe dai 5mila ai 10mila euro. E la chiamano “depenalizzazione”!!!

D’altra parte, come scrive Silvia Federici, È fondamentale vedere che oggi nella politica neoliberale, nella politica del capitalismo internazionale, non è tanto l’aborto in sé che conta, quanto il controllo sulla riproduzione. Non dobbiamo dimenticare che la stessa classe capitalistica che oggi cerca di limitare l’aborto è quella che in anni molto recenti organizzava i safari della sterilizzazione in India, in Indonesia. […] La questione è a chi spetta decidere, chi deve/può venire al mondo su questo pianeta: una decisione che gran parte della classe capitalistica, oggi, tanto quanto al tempo della caccia alle streghe, è determinata a non lasciare nelle mani delle donne. (S. Federici, Il punto zero della rivoluzione. Lavoro domestico, riproduzione e lotta femminista, Ombre Corte 2014)

Quando si tratta di controllo sul corpo e sulla sessualità delle donne, gli stati riescono sempre a dare il meglio di se stessi.
Altri due esempi. Continue reading