Cosa si nasconde dietro il “ritorno volontario”

Ho ricevuto da Londra la traduzione di un testo di All African Women’s Group, che sta circolando in forma di appello. Lo pubblico volentieri, per mostrare la tossicità tanto della categoria di “ritorno volontario”, quanto delle narrazioni di ong sedicenti “femministe” che sono, in realtà, complici delle politiche statuali repressive e di controllo. D’altra parte, quando si elemosinano allo Stato rappresentanza e leggi diventa facile scivolare nel collaborazionismo…

Chi mi ha inviato la traduzione specifica: «L’”ambiente ostile” contro gli immigrati è la politica lanciata da Teresa May quando era ancora Ministro degli Interni. Il risultato più scandaloso di questa politica è quello del Windrush, dal nome della nave che nel 1948 portò il primo gran numero di immigrati dalle Antille nel Regno Unito, invitati ad aiutare a ricostruire il paese dalle macerie della guerra e a lavorare negli ospedali e nei trasporti. I loro discendenti, a migliaia, sono stati considerati immigrati illegali dal Ministero degli Interni. Molti hanno perso il lavoro, la casa, l’accesso ai servizi sanitari, non potevano più visitare il paese d’origine neanche per un funerale e ritornare nel Regno Unito. Altri sono stati deportati illegalmente e sono morti».

BASTA CON LE DETENZIONI E LE DEPORTAZIONI. I RITORNI ‘VOLONTARI’ NON ESISTONO
 
La nostra cara sorella Erioth Mwesigwa è stata deportata senza preavviso nell’aprile dell’anno scorso dopo oltre 25 anni nel Regno Unito.  L’hanno presa mentre firmava [nell’ufficio immigrati. N.d.T], portata dritta all’aeroporto e messa su un volo, tutto nel giro di poche ore.  Trasformiamo questo in un segnale di sveglia perché, quando il nemico colpisce, ci si tira su e si lotta più duro.
 
Il Ministero degli Interni sta accelerando le deportazioni e ha cambiato la sua politica per rendersele più facili.  Per  esempio la signora Mwesigwa aveva ricevuto una lettera che diceva che l’avrebbero deportata senza preavviso e le è stato negato il  diritto di appello mentre era ancora nel Regno Unito.
 
Come la generazione del Windrush, soffriamo l’ambiente ostile e insensibile del governo contro l’immigrazione.  Lo scandalo del Windush ha rivelato il dolore e la sofferenza provocati dalla deportazione e l’opinione pubblica ne è inorridita. (continua a pag. 2)