Basta un po’ di zucchero?

Nell’uomo dunque il meccanismo del piacere è strettamente connesso al meccanismo della riproduzione, nella donna meccanismo del piacere e meccanismo della riproduzione sono comunicanti, ma non coincidono. Avere imposto alla donna una coincidenza che non esisteva come dato di fatto nella sua fisiologia è stato un gesto di violenza culturale che non ha riscontro in nessun altro tipo di colonizzazione. (Carla Lonzi)

Una compagna mi ha segnalato alcuni giorni fa questo manifestino ricevuto per email.

Era inorridita – e io con lei – vedendo come si stiano affossando decenni di lotte e pratiche femministe.

La pillola, lo sappiamo molto bene. non ha nulla di femminista ma, anzi, è un contraccettivo che nuoce gravemente alle donne – e non solo dal punto di vista della salute.

Il fatto che i medici tendano ancora a rifilarla alle donne fertili di ogni età ha a che vedere con il business farmaceutico e con la mentalità patriarcale, non con la liberazione sessuale femminista.

Non si rileva, infatti, nessuna traccia di liberazione in un contraccettivo che è tutto a carico della donna – sia dal punto di vista della salute che dell’impegno a non scordarne l’assunzione.
Né si rilevano tracce di liberazione in una mentalità incentrata sull’orgasmo maschile, cioè una mentalità secondo la quale le donne devono essere sempre pronte alla penetrazione quando lui ne ha voglia.
Dovremmo ormai sapere che il piacere femminile è soprattutto clitorideo e non vaginale…

Impillolarsi per il piacere altrui significa forse essere soggetto del proprio desiderio? No, a meno che il desiderio non sia alienato nel desiderare di essere desiderata. Ma questa non è liberazione: a casa mia si chiama eteronormatività. E l’eteronormatività genera sudditanza femminile.

Vorrei anche aggiungere che, gratta gratta, questa mentalità è di diretta derivazione dalla (in)cultura dello stupro, che riduce ogni donna ad uno – o più – buchi.

E allora basta un po’ di zucchero patriarcale e la pillola va giù? (segue a pag. 2)

Femminista alpinista

L’8 marzo cade di mercoledì, io il mercoledì non lavoro per cui andrò a camminare in montagna.

Se abitassi in America Latina o negli Stati Uniti, probabilmente andrei in piazza a supportare lo sciopero delle donne; ma qui, in Italia, in piazza proprio non ci vado.

Se avessi letto qualcosa di almeno vagamente degno di essere comparato con ciò che hanno scritto Angela Davis e altreNell’abbracciare un femminismo del 99%, prendiamo ispirazione dalla coalizione Argentina Ni Una Menos. La violenza sulle donne, come loro la definiscono, ha molte facce: è violenza domestica ma anche violenza del mercato, del debito, dei rapporti di proprietà capitalistici, e dello stato… – certamente non sarei di questa idea, ma la nostrana operazione socialdemocratica imbellettata con un po’ di femminismo generalgenerico mi suscita solo una gran diffidenza – e un’immensa noia! – politica. Tutto già stravisto.

In fasi precedenti della mia vita mi sarei stata a sbracciare spiegando perché e percome evitare il baraccone mediatico di questo 8 marzo, sarei stata a discutere per ore con donne più o meno giovani sui nostri reciproci concetti di femminismo e sulle relative pratiche, avrei forse scritto paginate di riflessioni appassionate, a presente e futura memoria. Ma ora basta. Tanto passerà anche questa ubriacatura generale.

Le energie che ho, preferisco usarle per camminare in montagna, perché quell’arrampicarsi fra silenzi, suoni, colori, prospettive, orizzonti sempre nuovi e nutrienti aiuta a pensare lucidamente e libera dalle coazioni a ripetere che avvelenano la vita e le lotte.

Quest’anno, l’8 marzo andrò in montagna, e il mio slogan sarà La mia vita vale, quindi cammino!

20170103

“Da kobane a noi”: un blog femminista e postvittimista

blog_da_kobane

 

 

 

 

Molto volentieri segnalo la nascita del blog da Kobane a noi, frutto dell’incontro tra alcune (a me assai care) compagne milanesi e kurde e in risposta all’appello che invitava a dedicare il prossimo 8 marzo alla rivoluzione delle donne nel Rojava.

In attesa che si definiscano le iniziative per la Giornata internazionale delle donne, nel blog potete trovare gli appuntamenti milanesi verso l’8 marzo, materiale informativo e documentario, nonché interessanti spunti di riflessione.

Di seguito, un piccolo e stimolante ‘assaggio’.

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