Apriamo gli occhi, fermiamo il colpo di stato di Erdogan!

In Turchia il partito di Erdogan (AKP) ha creato tutte le premesse per un colpo di stato, dopo aver perso la maggioranza assoluta alle scorse elezioni.

I giornali italiani non ne parlano o ne parlano in modo pilotato.
Non c’è da sorprendersi, ma nemmeno c’è da restare con le mani in mano.

Va letta in questa chiave la strage di Suruc, al confine con la Siria, dove lo scorso 21 luglio sono state massacrate decine di giovani che si erano trovati lì per andare a Kobane con progetti solidali.
Quella strage è stato il pretesto per riprendere la guerra contro il PKK (che, lo ricordo, nell’agosto 2014 ha aiutato la popolazione yezida a fuggire dal massacro di Shengal, mentre i peshmerga se l’erano data a gambe davanti a ISIS) e contro tutta la popolazione kurda e le altre minoranze.

Non è vero che la Turchia sta combattendo contro ISIS: ne è, invece, complice, come è stato più volte dimostrato da filmati e confermato dai mercenari di ISIS catturati dalle Unità di (auto)difesa delle donne e della popolazione (YPJ/YPG) che combattono in Rojava (nord della Siria).

Intere zone del Kurdistan del nord (in Turchia) sono state militarizzate, in più di 100 aree è stato imposto imposto il coprifuoco, i cecchini sparano sulla popolazione civile, i militari impediscono l’ingresso delle ambulanze e del personale sanitario nei quartieri e così i feriti e gli ammalati muoiono, mentre le donne sono costrette a partorire in situazioni estreme; vengono impediti perfino  i funerali, per cui le famiglie stanno cercando di ritardare la decomposizione dei loro cari, uccisi dai cecchini e dalle forze speciali, con bottiglie di acqua ghiacciata.

Ci sono città isolate da giorni, come Cizre, dove ormai si è perso il conto delle vittime civili, tra cui bambini e bambine. Una carovana sta cercando di raggiungere a piedi la città, ma i militari lo stanno impedendo con blocchi e cariche ripetute – malgrado sia composta anche da parlamentari dell’HDP – seguendo gli ordini del ministero dell’Interno.

Negli ultimi giorni i fascisti ultranazionalisti hanno moltiplicato le aggressioni contro la popolazione kurda in tutta la Turchia; sono in atto linciaggi; case e negozi di kurdi, armeni e aleviti vengono dati alle fiamme; più di 300 sedi del partito filo-kurdo sono state incendiate sotto lo sguardo compiacente della polizia.

In tutte le zone la popolazione curda ha organizzato la propria autodifesa, ma le azioni militari la stanno stremando.

Nei prossimi giorni una carovana internazionale si ritroverà a Suruc per cercare di aprire un corridoio per gli aiuti umanitari per Kobane alla frontiera tra Turchia e Siria – una frontiera dove quotidianamente i militari stuprano, torturano, ammazzano chi cerca di passare.

La famiglia di Aylan, il bimbo che il mare ha riportato sulle sponde turche e che ha tanto toccato (spesso ipocritamente) i cuori di mezzo mondo, veniva proprio da Kobane.

Della sua tragica storia hanno parlato tutti i giornali, ma chi parlerà della bimba di 10 anni che questa mattina a Cizre è stata ammazzata dai cecchini mentre, a mani alzate, correva verso il cadavere del padre – ennesima vittima civile – ucciso poco prima dai militari?

Non sto esagerando: questo è ciò che sta accadendo in Turchia.

Che ciascuna e ciascuno di noi si informi e faccia girare le notizie, perché in questo maledetto paese, alleato della Turchia nella Nato, la censura è pressoché totale.

Che ciascuna e ciascuno di noi trovi il modo per stare al fianco della popolazione kurda, in Turchia come nelle quattro regioni del Kurdistan.

Aggiornamenti e informazioni si possono trovare qui:
https://dakobaneanoi.noblogs.org/
http://www.uikionlus.com/
http://www.retekurdistan.it/

Per chi legge in inglese, consiglio anche:
http://en.firatajans.com/
http://jinha.com.tr/en
http://kurdishquestion.com/

Per chi usa twitter (dove stanno circolando informazioni aggiornatissime):
https://twitter.com/hevallo
https://twitter.com/shamsashahin
https://twitter.com/dilkocer
https://twitter.com/firyayek

Nei prossimi giorni ci saranno varie mobilitazioni:

TRIESTE, 12 settembre – corteo da piazza della Borsa, ore 16.00
PALERMO, 12 settembre – presidio itinerante
MILANO, 14 settembre – corteo, ore 18.30 piazza S. Babila
CATANIA, 15 settembre – presidio in piazza Stesicoro, dalle 17.30
FIRENZE, 16 settembre –  manifestazione da Porta Romana al Consolato turco, ore 18

Partecipiamo alle iniziative! Non per metterci a posto la coscienza con una passeggiata, ma per cominciare un impegno concreto al fianco di una popolazione a cui vorrebbero anche togliere l’aria per respirare, se potessero.

Facciamo il possibile per fermare questo massacro e il colpo di stato che Erdogan ha da tempo progettato! Restiamo umane e umani…

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