Tre anni fa…

Il servo

Ecco la macchina! Riconoscerei fra mille il suo motore.
Sei stanca in questi giorni: vai e torni dalla città, riunioni su riunioni.
Quando lo scoprirai?
Sei entrata. Ti vengo incontro con le altre, come sempre.
Reggerai il dolore?
La stai cercando…
Io ti seguo passo passo. Ho paura dell’urlo che arriverà.
Reggeremo il tuo dolore?
Quando lo abbiamo sentito entrare, ci siamo nascoste tutte… Tutte tranne lei che, vecchia e sorda, dormiva sul letto.
Avevamo paura di quello sguardo assassino, di quei guanti di gomma alle mani per non lasciare impronte.
Siamo scappate e ci siamo nascoste… Ma ha trovato lei.

Vedi sul pavimento il pelo strappato. Ti si spezza il respiro.
Urla, per favore!!! Non ho più paura del tuo urlo, ma del tuo silenzio senza respiro.
Respira mentre apri l’armadio. Lascia che l’aria entri nel tuo corpo, respira! Non farti soffocare dal dolore e dalla rabbia…
Con delicatezza sollevi quel corpo, magro e ormai freddo. E lo pulisci dall’umiliazione che gli sfinteri rilasciano dopo la morte.
Ecco, piangi. E accarezzala un’ultima volta.
Piangi e respira, urla e respira. Urla, urla; ma non andare da lui, non lo fare!
Ti aspetta da ore, nella sua casa, con la pistola carica.
Te l’ha fatta vedere quando si è presentato. Era il suo biglietto da visita. Era un avvertimento.
L’ho subito riconosciuto. Quando abitavamo in città, una notte, dal tetto, lo avevo visto entrare nella tua macchina, mettere tutto sotto sopra e andarsene. Un’altra volta era entrato dalla finestra e io mi ero nascosta.
Forse anche lui mi ha riconosciuta. Me ne sono sempre tenuta lontana, per tutti questi mesi.
Anche lei, vecchia e sorda, non si fidava. Ma l’ha colta di sorpresa, nel sonno. E l’ha ammazzata come fanno i vigliacchi.

Adesso corri per tutta la casa, come impazzita. Qualcuno al telefono ti sta dicendo di non uscire, che è una trappola.
Quando gli sale l’adrenalina deve sparare, ti aveva detto. Ma non ti eri fatta spaventare.
Per mesi la sua adrenalina ti ha aspettata dietro l’angolo, inutilmente. Poi ha trovato una strada più infame: farti correre verso la sua pistola.
Resta qui!
E urla: non lasciare che la rabbia sorda ti spezzi il cuore.

Al di là del muro, lui forse si masturba sentendo le tue urla; in una mano il cazzo, nell’altra la pistola carica.
Fa schifo.
Domattina con la musica ad alto volume ballerà. Avrà ancora la pistola in una mano e il cazzo nell’altra.
Fa schifo. Ma te lo hanno mandato per questo.
Per mesi ha cercato di farti impazzire. Appariva all’improvviso. Ti seguiva quando passeggiavi. Ti spiava con una telecamera.
E tu gli hai sempre urlato di andarsene. Non hai mai abbassato lo sguardo davanti a quegli occhi assassini.
Ho avuto paura per te. Ti aspettava dietro l’angolo.
Doveva esasperarti. Farti reagire per poi spararti: legittima difesa!
Hanno studiato il tuo quadro psicologico e conoscono il suo. Perfetto per questo lavoro!
Un servo vigliacco con gli occhi da assassino.
Un servo con la pistola in una mano e il cazzo nell’altra.

foto 3

 

 

 

CAINA ATTENDE CHI A VITA TI SPENSE!